Nato a Los Angeles il 13 agosto 1952, come primogenito di una facoltosa famiglia dell’industria dell’arredamento, l’Herb Ritts fotografo inizia la sua attività quasi per caso: ormai celebre l’aneddoto relativo al viaggio in macchina con l’amico Richard Gere, durante il quale viene scattata una delle foto più usate per pubblicizzare il film “American Gigolò” con Gere in jeans e canottiera, sigaretta in bocca, mentre in una stazione di servizio cercavano di sostituire una gomma a terra.
Da quel momento inizia per Ritts il vero momento di gloria della sua carriera, durante la quale ha immortalato davanti al proprio obiettivo la maggior parte dei personaggi del mondo dello spettacolo hollywoodiano, riuscendo ogni volta a far emergere la personalità di ognuno attraverso l’immagine, esaltandone le caratteristiche ed il messaggio comunicativo con una semplicità quasi strabiliante.
Un ottimo esempio della grandissima capacità di Ritts si ha nelle immagini che ritraggono una Liz Taylor con la testa completamente rasata, con la cicatrice dell’intervento per il tumore al cervello al quale si era appena sottoposta ben in vista in primo piano.
Lo stile di Ritts si potrebbe quasi definire intimistico: è infatti contraddistinto dalla caratteristica ricerca di un’immagine fortemente rappresentativa dell’essenza della persona ritratta. Benchè si tratti spesso di celebrities, di personaggi con calibro pubblico di forte rilievo, Ritts ne riesce a cogliere e sottolineare le qualità nascoste, quelle che più denotano l’anima del soggetto ritratto, l’interiorità che le rende persone oltre che volti noti. Lo stesso Richard Gere, in una intervista, ci racconta: “Herb ha fotografato persone che conosceva e per le quali nutriva dei sentimenti, e, se non le conosceva, erano persone che rispettava. Non credo che avrebbe mai potuto fotografare qualcuno che non gli piacesse o che non stimasse, non ne sarebbe stato capace”.
Nei suoi scatti si identifica una chiara scelta espressiva del bianco e nero, fuso con un sapiente uso della luce che si staglia su corpi spesso nudi, accarezzandone la fisicità e sottolineandone la posa, con chiari richiami alla classicità greca che però non risultano mai emulazioni del passato.
A onor del vero va sottolineato come la peculiarità di Ritts di catturare i “momenti perfetti” e di scegliere con sapienza le immagini migliori per i più svariati progretti, si sia estesa successivamente anche nei video musicali e negli spot pubblicitari che lui stesso ha diretto: da “Wicked game” di Chris Isaak, a “Cherish” di Madonna e “Underneath your clothes” di Shakira e nelle immagini pubblicitarie di importanti marchi tra cui Calvin Klein, Chanel, Donna Karan, Guess, Gianfranco Ferré, Gianni Versace, Giorgio Armani, Levi’s, Pirelli, Polo Ralph Lauren, Valentino.
Di notevole impatto gli scatti realizzati nel 1994 in Africa, in cui l’immagine in bianco e nero è pervasa dalla specificità dello sguardo di Ritts nel suo profondo: pur essendo in un ambiente tutt’altro che “glamour”, il grande fotografo riesce a mantenere la sua chiave interpretativa, realizzando una collezione fotografica sulla popolazione Masai che ha qualcosa di surreale, di onirico, come se si stesse osservando tutta un’altra dimensione.
Ritts era impegnato nella causa contro l’AIDS, contribuendo attivamente a diverse organizzazioni di beneficenza fra le quali amfAR, Elizabeth Taylor AIDS Foundation, Project Angel Food, Focus on AIDS, APLA, Best Buddies and Special Olympics. Era, inoltre, un membro Board Of Directors per The Elton John Aids Foundation. Una polmonite, probabilmente complicanza della stessa AIDS (anche se la stessa famiglia del fotografo lo ha sempre smentito), lo porta via all’età di soli 50 anni, al culmine della carriera, il 26 dicembre 2002.
Persona estremamente semplice, cristallina, non si è mai spacciato per quello che non era, in un mondo e in momento in cui essere dichiaratamente gay era una scelta coraggiosa, ci lascia un messaggio di apertura mentale e tolleranza:
“I think knowing people by first names, not by what they do sexually, is really what it’s about. Not being afraid. Fear is the enemy. I’ve always been comfortable with being gay.”
Herb Ritts