Robert Doisneau e la foto del bacio “rubato”

L’analisi di una delle più celebri immagini della storia della fotografia scattate dal maestro francese.

Vi ricordate la scena finale del film Nuovo Cinema Paradiso?
Salvatore, ormai adulto, riceve in eredità da Alfredo una misteriosa pellicola… con grande commozione scoprirà essere il montaggio delle scene di baci contenute nei film e censurate perché ritenute sconvenienti.

Robert Doisneau, Le baiser de l’Hotel de ville, 1950

Quando si pensa ad un bacio famoso, una delle prime immagini che ci vengono in mente è Le baiser de l’Hotel de ville di Robert Doisneau. Una foto scattata il 9 marzo del 1950 per un reportage sugli innamorati parigini, commissionato dalla rivista Life.
Un bellissimo bianco e nero in cui viene ritratta una coppia, non curante di ciò che le accade attorno, che si lascia andare ad un bacio intenso ed appassionato.
In questa foto, Doisneau ci immerge completamente in una Parigi tanto quotidiana quanto caotica, fatta di rapidi passanti e di bistrot; la scena intorno ai due protagonisti sembra in movimento, solo loro due sembrano immuni a quel fermento e costringono i nostri occhi a soffermarsi sul loro bacio….e perché no…a provare anche un po’ di invidia!

Doisneau non era un “fotografo dell’attimo”, voleva rappresentare la realtà non per come era, ma per come gli sarebbe piaciuto che fosse. Infatti, anche in questo caso, ha accuratamente studiato l’immagine assicurandosi che esprimesse appieno quel gesto, forte ed intimo, senza che potesse essere attenuato da una realtà imperfetta.

A livello compositivo l’immagine è perfettamente equilibrata: gli spazi, tra pieni e vuoti, luci ed ombre, si alternano con maestria; le linee verticali sono alleggerite dal respiro dello sfondo.

La spalla sinistra del giovane, il braccio con cui cinge la ragazza e le loro teste formano un triangolo che costituisce il fulcro centrale dell’immagine. Da questo punto si crea una composizione piramidale che scende lungo tutto il fotogramma coinvolgendo le figure in primo e secondo piano.

Il lampione sulla sinistra è un elemento di rottura; la sua ingombrante presenza viene bilanciata da uno spazio speculare ma “vuoto” in basso a destra e un richiamo alle sue forme è costituito dai contorni dell’uomo col cappello che esce dall’immagine.


Il punto di vista, l’uomo sfocato seduto al tavolino, i passanti che camminano indifferenti o che gettano un rapido sguardo alla coppia, sono tutti elementi che potrebbero sembrare casuali e far pensare ad una foto “rubata”, ma in realtà sono la cornice stessa di quel gesto. Una realtà creata su misura per quel momento.

I due protagonisti, infatti, sono attori ai quali il fotografo chiese di posare. Si dice che li avesse notati il giorno prima mentre si baciavano.
Jacques Carteaud e Françoise Bornet, questi i loro nomi, stavano davvero insieme e la loro storia era destinata all’eternità, almeno nella realtà di Doisneau… purtroppo si lasciarono dopo nove mesi.

Della loro identità non si è saputo nulla fino al 1992, quando l’autore fu accusato da Denise e Jean-Louis Lavergne di aver scattato quella foto senza il loro permesso (a suffragio dell’accusa portarono in prova il diario di lei dove era descritto dove erano andati a passeggio quel giorno, come erano vestiti ed altri particolari).
Fu così che Françoise Bornet si fece avanti con la propria copia autografata che, pochi giorni dopo lo scatto, l’autore le spedì per ringraziarla dimostrando, in questo modo, di essere lei la ragazza immortalata.

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